La realtà dell’accesso al credito nell’attuale congiuntura di mercato


 

La realtà dell’accesso al credito nell’attuale congiuntura di mercato

 

Una corretta analisi del bilancio di impresa costituisce la base fondamentale per l’accesso al credito, non poco difficoltoso all’interno dell’attuale scenario economico. L’elevata quantità di non performing loans nel mondo bancario , nonostante la creazione del fondo Atlante, pone un grosso freno all’erogazione di finanziamenti da parte degli istituti di credito, costretti ad una selezione sempre più accurata dei prenditori finali di fondi.

In questo contesto vanno ad aggiungersi una regolamentazione bancaria sempre più stringente in termini patrimoniali, come stabilito dal Comitato di Basilea, ed una bassa marginalità sui tassi di interesse a seguito delle politiche monetarie espansive della BCE, volte a ripristinare un adeguato livello del tasso di inflazione. Tali ulteriori fattori rischiano seriamente di portare le banche o a “stringere i cordoni della borsa” dando luogo al noto credit crunch, o ad incorrere in politiche creditizie dalla manica larga, causate da un affannoso tentativo di recuperare una marginalità oramai molto bassa ed incorrendo così d’altro canto nel rischio di vedere aumentare le proprie sofferenze ed incagli.

Risulta pertanto fondamentale trovare il giusto equilibrio tra le due situazioni appena elencate, ed una corretta analisi dell’impresa destinataria del finanziamento rappresenta inevitabilmente il punto di partenza.

Nell’attribuzione del rating all’impresa, lo stesso Comitato di Basilea stabilisce che il primo fattore da considerare è la valutazione della capacità storica e futura di generare liquidità, affinché il prenditore resti operativo e sia in grado di generare flussi di cassa. Già da questa prima affermazione si possono scorgere importanti parole chiave, fondamentali nella gestione del rapporto banca-impresa.

La capacità di generare liquidità è il primo aspetto di cui tener conto per capire se l’impresa in questione possa essere finanziata senza destabilizzarne l’equilibrio economico e finanziario, la domanda che si pone infatti il finanziatore è se il cash flow dell’azienda debitrice sia sufficientemente capiente per rimborsare, a determinate scadenze, il debito contratto. Per tale motivo l’analisi dei flussi di cassa aziendali ricopre un ruolo centrale nella valutazione del merito creditizio, fornendo essa una visione dinamica delle diverse aree di gestione e mostrando da quali di queste la liquidità viene generata o viceversa assorbita.

L’analisi del cash flow aziendale deve essere dunque effettuata oltre che in chiave storica soprattutto in chiave prospettica, è infatti nel futuro che avverrà il rimborso, ed è proprio per questo che ricopre un’importanza cruciale la redazione di un business plan realistico e veritiero.

La programmazione di un piano industriale e la serietà imprenditoriale con la quale il piano redatto viene seguito e rispettato punto per punto, è la chiave per instaurare un rapporto banca-impresa sano e duraturo. Tale piano non deve dunque essere visto come un qualcosa di a sé stante volto esclusivamente al reperimento del finanziamento, ma come un obiettivo comune all’impresa finanziata ed alla banca erogatrice. In tal modo l’importante funzione che deve essere svolta dagli istituti di credito può essere remunerata grazie alla crescita ed al successo dell’impresa.

La determinazione del rating è la risultante di analisi quantitative, andamentali e qualitative. Mentre le prime due traggono origine da informazioni di bilancio passate e da aspetti comportamentali, l’analisi qualitativa va a cogliere tutte le diverse sfaccettature della realtà aziendale, fornendo utili indizi sulle prospettive di sviluppo future.

Si capisce come l’attribuzione del merito creditizio si debba allora basare su aspetti fortemente qualitativi e prospettici. Le singole voci di bilancio infatti, e i vari indici che da esse traggono origine, non fanno alcun riferimento alla dinamica dei flussi aziendali avvenuti durante l’esercizio e si limitano a “stampare una fotografia” della situazione aziendale alla chiusura del bilancio, fornendone perciò una visione statica.

Affinché la qualità di un progetto aziendale possa essere apprezzata e valorizzata ne diventa pertanto fondamentale la sua corretta comunicazione e divulgazione verso l’esterno, uscendo da un’ottica basata necessariamente sull’assoluta segretezza del piano industriale e commerciale. Risulta fondamentale infatti la trasparenza comunicativa con l’ente finanziatore al fine di ottenere le risorse di cui si necessita. Proprio in tal senso è all’imprenditore che spetta il compito di dotarsi di risorse umane interne in grado di gestire il rapporto banca-impresa, o di affidarsi a consulenti del credito specializzati in tal senso e dunque in grado di valorizzare il progetto imprenditoriale.

 

Gianfranco Antognoli

Stefano Vannucci

Sebastiano Michele Zema

 

 


 

 

 

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