Il bilancio civilistico, come tutti sappiamo, ha l’obiettivo di fornire una periodica conoscenza del risultato economico conseguito nell’esercizio e della consistenza del patrimonio aziendale. È quindi un documento informativo, per valutare lo stato di salute aziendale, per tutti i vari stakeholders sia interni che esterni all’impresa. In particolare, i creditori, che potranno valutare le prospettive di recupero dei propri crediti, i soci che ricaveranno informazioni sulle modalità di impiego e sulle prospettive di remunerazione dei capitali investiti nell’impresa, ma anche e soprattutto, i potenziali partner, come gli istituti di credito e i fornitori che mireranno ad ottenere indicazioni sulla solidità finanziaria dell’impresa stessa.
Le informazioni presenti nel bilancio, sono fondamentali per avere credito sia dalle banche che dai fornitori, proprio per questo, dovrebbe essere redatto con la massima trasparenza. Sulla base di queste finalità possiamo intuire l’importanza di un bilancio “veritiero e corretto”. Ma la realtà con cui chi è del mestiere si scontra ogni giorno è un’altra: la povertà di informazioni che sono ricavabili da questo documento “pubblico” soprattutto nelle pmi, nota integrativa inclusa. Infatti i bilanci preparati dalla maggioranza delle pmi si limitano al minimo “sindacale” di informazione e sono illeggibili per quanto riguarda la loro mancanza di dettagli e di trasparenza nella nota integrativa. La problematica non riguarda semplicemente le poste del magazzino e le classiche note, ma anche e soprattutto in molti casi “spariscono” alcuni dettagli fondamentali quali la composizione di debiti e crediti, che vengono raggruppati in un'unica voce senza specificazione di provenienza.
Senza queste scomposizioni, ad esempio, diventa quasi impossibile, sicuramente difficile che gli istituti creditizi diano un giudizio sullo stato di salute dell’impresa. Tutto ciò comporta una situazione di incertezza per chi deve decidere se deliberare o meno un finanziamento. Infatti, la banca sarà costretta a richiedere, (dove possibile) le informazioni mancanti, prolungando le tempistiche di allestimento ed erogazione, aggiungendo lavoro inutile e costoso. Esiste anche la possibilità di non poter reperire i dati dettagliatamente, in quel caso la banca classificherà l’impresa come poco trasparente, scartando la pratica a priori.
Le ragioni della mancanza di attenzione verso questa problematica sono da ricondursi principalmente a una motivazione: chi redige i bilanci deve valutare la moltitudine di esigenze di attori molto diversi tra loro nonché portatori di interessi contrastanti.
Da un punto di vista operativo, obiettivo dell’impresa è fare in modo che le entrate monetarie superino le uscite. Il bilancio d’esercizio deve mettere in evidenza questo circuito della gestione, ma la realtà è che non sempre ciò è evidenziato. Infatti nelle pmi, il bilancio, da cui discende il reddito non viene redatto in ottica puramente gestionale, ma piuttosto anche in un ottica fiscale. Inoltre gli imprenditori sono anche poco propensi a far uscire determinate informazioni sensibili dall’orbita aziendale “minimizzando” così spesso le informazioni non obbligatorie presenti in nota integrativa.
Purché questo sia legittimo, quando le imprese vanno a richiedere finanziamenti presso le banche, proprio a causa di questa riservatezza, hanno difficoltà nell’accesso al credito. Una soluzione alla carenze informative di questo documento contabile, potrebbe essere la redazione di un business plan.
Il business plan, è il documento che permette di riepilogare il progetto imprenditoriale, quindi definire le linee strategiche, gli obiettivi e la pianificazione patrimoniale, economico e finanziaria dell’impresa. Grazie a queste molteplici finalità, sono diverse le funzioni a cui adempie questo documento, tra cui sicuramente quella dell’accesso alle fonti di finanziamento. Questo piano economico-finanziario, ha quindi importanti finalità esterne, poiché diffondendo la stima dei risultati, fornisce le informazioni necessarie per presentare specifici progetti a finanziatori o investitori. Quando vengono richiesti finanziamenti agli istituti di credito, si cerca di convincere gli operatori economici estranei all’impresa sulla credibilità del business aziendale, ed è proprio grazie a questo documento che è possibile evidenziare lo stato di salute dell’azienda e quindi la sua redditività e la capacità dell’azienda stessa di generare flussi di cassa e marginalità adeguate.
Non esiste un modello preciso per la stesura del business plan, la sua redazione viene spesso affidata a professionisti specializzati, vista la sua complessità di preparazione. Quando la sua redazione è elemento principale per la valutazione economico finanziaria di un’iniziativa di investimento, deve permettere all’imprenditore di valutare la validità della sua idea ma anche e sopratutto ai finanziatori esterni la valutazione della validità del progetto per l’erogazione del finanziamento. Sicuramente, è un lavoro articolato, la cui struttura risente molto delle finalità per le quali viene redatto ed è proprio per questo che esistono società specializzate nella sua elaborazione che meglio sono in grado di capire cosa effettivamente viene richiesto dagli utenti esterni.
Fra queste Con-credito svolge una funzione di servizio all’accesso al credito e rappresenta quindi un utile raccordo tra impresa e banca. Con questa missione affidiamo il nostro contributo professionale alle pmi per sostenere l’accesso al credito e quindi facilitare la crescita accompagnando utilmente gli investimenti produttivi.
Articolo a cura di
Dott. Gianfranco Antognoli
Dott.ssa Fiammetta Tinghi
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