Tra le tante difficoltà che la crisi ha posto davanti al sistema economico Italiano, uno dei punti più critici è quello relativo ai ritardi nei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni, che ha danneggiato gravemente il sistema finanziario di molte imprese italiane. Si stima che gli arretrati del Sistema Stato abbiano raggiunto e forse superato i 100 miliardi, con effetti devastanti sul circuito incassi-pagamenti delle imprese. Molte delle aziende colpite dai ritardi degli Enti sono state incapaci di pagare puntualmente i propri fornitori, innescando un pericoloso effetto domino su tutto il sistema economico.
Fortunatamente pare che questo catastrofico meccanismo sia destinato ad un’inversione di tendenza. Dopo le promesse non mantenute dai tre Governi che si sono alternati nel corso di questi ultimi anni, finalmente lo Stato si è deciso a immettere liquidità nel sistema. Anche se i ritardi sanati rappresentano sempre una piccola parte del debito complessivo, inizia a intravedersi qualche miglioramento sul sistema economico: al 30 gennaio 2015 risultano pagati ai creditori 36,5 miliardi di euro, a fronte di un finanziamento complessivo di 42,8 miliardi. Questa immissione di liquidità, utilizzata dalle imprese creditrici per chiudere gli anticipi delle banche (diminuzione dei debiti bancari) o per pagare i fornitori (liquidità nel sistema economico), ha innescato un parziale abbassamento dei rischi di insolvenza delle imprese italiane. In realtà l’ammontare dei debiti della Pubblica Amministrazione è sceso di soli 5 miliardi di euro, poiché a fronte delle risorse stanziate dal Governo per il pagamento degli scaduti, nel frattempo si sono generati nuovi crediti arretrati.
Ulteriori interventi di supporto al sistema economico riguardano l’approvazione del DL 66/2014: Per i crediti maturati entro il 31 dicembre 2013 e certificati entro il 2014, il Governo ha istituito una garanzia dello Stato per la cessione dei crediti a intermediari finanziari. Alla data del 29 dicembre 2014 risultano registrate alla piattaforma di certificazione dei crediti 20.945 imprese, che hanno presentato complessivamente 91.423 istanze di certificazione del credito per un controvalore di quasi 9,8 miliardi di euro. Per tutti i crediti successivi, la certificazione (che può essere realizzata attraverso la piattaforma informatica del Ministero dell’economia e delle finanze) costituisce comunque un passo utile ad agevolare la cessione agli intermediari, ma non rappresenta una soluzione concreta per tutte quelle imprese che, versando in uno stato di crisi finanziaria, cercano di sopravvivere in attesa di ricevere quanto loro dovuto dalle PA.
In questo contesto spicca l’iniziativa del comune di Ascoli Piceno, che, nel tentativo di alleviare le difficoltà economiche e finanziare dei propri creditori, ha sottoscritto un accordo di Reverse Factoring con Banca Sistema, uno dei principali players sul mercato della cessione del credito pro-soluto (Banca Sistema vanta convenzioni con oltre 30 comuni d’Italia). Il servizio di Reverse Factoring consiste nella possibilità da parte dei fornitori del Comune di cedere a titolo definitivo (pro soluto) i propri crediti certificati ad un prezzo (sconto) pattuito e molto competitivo rispetto alle condizioni offerte sul mercato tradizionale. Il vantaggio per i fornitori è quello di ricevere dalla banca un pagamento immediato a chiusura della posizione nei confronti dell’Ente, seppur sostenendo le spese e commissioni bancarie previste. La possibilità di cedere i crediti delle PA non rappresenta certo una novità tra gli strumenti finanziari a disposizione delle PMI ma il fatto che a pubblicizzare questa opportunità sia direttamente il debitore rappresenta sicuramente un aiuto concreto per le PMI. Sia per le condizioni economiche, che vengono stabilite secondo un protocollo di convenzione con la Banca, sia da un punto di vista operativo dal momento che il Factoring è generalmente riservato ad aziende che esprimono dei fatturati annui che si avvicinano al milione di euro (il taglio minimo per la cessione dei crediti vantati verso il comune di Ascoli è invece di 40.000€). Inoltre è opportuno sottolineare che, il Factoring permette l’accesso al credito anche a quelle aziende che attraversando uno stato di tensione finanziaria, si vedono precluse le porte del credito tradizionale.
Non si risolvono i mali e le precarietà delle pubbliche amministrazioni scaricando spese e oneri finanziari a carico dei creditori, ma il Reverse Factoring rappresenta oggi una soluzione intelligente contro le situazioni di tensione finanziaria e può rappresentare un vero e proprio volano per la ripresa economica. L’augurio per nostro conto è che molte più pubbliche amministrazioni seguano l’esempio del Comune di Ascoli. Oltre a favorire la ripresa economica, numerosi sono i benefici per gli stessi Enti: in primo luogo la possibilità di ottenere una maggiore dilazione nei pagamenti (ricordiamo che la Direttiva UE 2011/7/UE recepita in Italia da gennaio 2012, con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 192, obbliga la PA al saldo dei debiti commerciali in 30 giorni, 60 solo in casi eccezionali) senza dover sostenere alcun onere finanziario e mantenendo sotto controllo i parametri normativi imposti dal patto di stabilità. Inoltre gli Enti possono fruire di un indiscusso sgravio amministrativo, risparmiandosi le imbarazzanti problematiche della gestione dei fornitori che chiedono, giustamente, di essere pagati.
A cura di
Stefano Vannucci
Gianfranco Antognoli
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